Pubblicato su Nature Astronomy l’articolo:

Physical properties of asteroid Dimorphos as derived from the DART impact
DOI: 10.1038/s41550-024-02200-3

che vede tra i co-autori Alessandro Rossi di IFAC-CNR.

Il test di difesa planetaria DART ha completato la sua missione il 26  settembre 2022, quando ha impattato Dimorphos, la luna dell’asteroide incrociatore della Terra Didymos, e ha accorciato il periodo orbitale di DImorphos  attorno all’asteroide centrale di 33 minuti. DART ha importanti applicazioni di difesa planetaria, ma il veicolo spaziale ha anche fornito informazioni sulla struttura interna degli asteroidi e sull’effetto di un impatto sulle loro proprietà.

Sabina Raducan e colleghi hanno modellato l’impatto di DART con un codice di fisica degli urti all’avanguardia, utilizzando vincoli realistici sulle proprietà meccaniche e compositive di Dimorphos sulla base dei primi risultati di DART. Le simulazioni suggeriscono che Dimorphos è debolmente legato con una forza di coesione simile agli asteroidi Bennu e Ryugu e ha una mancanza di grandi massi sulla sua superficie. Gli autori suggeriscono che Dimorphos potrebbe essere un “rubble pile”, ovvero un cumulo di macerie, formato dall’espulsione di materiale da Didymos a causa della sua rotazione veloce e dal successivo riaccumulo di questo materiale.  Il modello indica
anche che l’impatto di DART potrebbe non aver prodotto un cratere da impatto, ma potrebbe aver rimodellato la luna nella sua interezza – un processo noto
come deformazione globale – e causato una sostanziale modifica della  superficie di Dimorphos con materiale proveniente dal suo interno.

Gli autori concludono che i loro risultati offrono ulteriori  informazioni sulla formazione e le caratteristiche degli asteroidi binari e possono avere implicazioni per le esplorazioni future, come l’imminente missione Hera dell’ESA e gli sforzi di deviazione degli asteroidi.

Image courtesy of Nature Astronomy, Sabina Raducan.