Un team di esperti, coordinato dal Dr. Andrea Barucci del CNR-IFAC, ha utilizzato tecniche avanzate come la tomografia computerizzata (TC) e analisi spettroscopiche per esaminare in profondità questi reperti senza danneggiarli. Le indagini hanno permesso di ricostruire l’interno delle uova con precisione, rivelando dettagli sulle loro microstrutture e sulla presenza di frammenti di guscio all’interno delle uova stessa e nella matrice stessa (riconducibili a frammenti dell’uovo stesso o di uova vicine appartenenti alo stesso nido).
Questi indizi hanno permesso di formulare ipotesi affascinanti sulla storia delle uova, suggerendo ad esempio come le uova potrebbero essersi parzialmente rotte a causa di una colata di fango che ha travolto i nidi di deposizione. La mancanza di fossili embrionali potrebbe inoltre indicare che l’evento del seppellimento è avvenuto poco dopo la deposizione delle uova.
Quello che studio mette in evidenza è come l’applicazione di tecnologie hi-tech quali la tomografia computerizzata, possa permettere di indagare (e magari svelare) segreti paleontologici preziosi, contribuendo alla comprensione della vita dei dinosauri e dei processi di fossilizzazione. La strada della comprensione è molto lunga, ma i primi passi fanno ben sperare.
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